giovedì 2 ottobre 2008

Premio Paganini (che come si sa non ripete)

Questa è una frase d'uso comune e pare nasca dal fatto che il famoso violinista durante le sue esibizioni improvvisasse sul tema che stava suonando e quindi non poteva ripetere due volte un brano nello stesso modo. Chissà se è vero?! Il mio suonatore di tromba di jazz tradizionale è molto contento di questa spiegazione visto che lui è un improvvisatore.
Ieri, per la prima volta nella mia vita, ho assistito alle semifinali del Premio Paganini. Solo ora ho scoperto che sono libere e gratuite, si svolgono al Teatro dell'Opera Carlo Felice martedì e mercoledì e finali sabato e domenica (a 10 euro). Martedì ero a farmi "aggiustare" dal dentista e all'uscita ero un poco provata e abbiamo rinunciato. Ieri invece alle 15 siamo andati ed abbiamo assistito all'esibizione di due ragazzi, veramente commoventi : il primo giapponese di 16 anni con pianista a seguito,il secondo russo di 19 anni anche lui con pianista a seguito. Naturalmente sono bravissimi tutti perché la selezione per arrivare qui a Ge è severa.Le musiche (tranne quella composta da un violinista contemporaneo che tutti i concorrenti devono suonare e che mi ha veramente irritato visti gli stridii di cui era piena) sono coinvolgenti e poi stare lì a pochi metri dall'artista e vedere, oltre che sentire, la musica che "esce" dalle sue mani è un'emozione unica. Ho pensato a quanto impegno questi ragazzi avevano messo per essere lì su quel palco e ho sperato che questo sia loro di aiuto per il resto della loro vita. Perché sicuramente hanno dovuto rinunciare a molte "cose" della lo infanzia e adolescenza. Certo avere certe abilità naturali è un dono ma per svilupparle bisogna applicarsi con tanto sacrificio.
All'uscita il giovane giapponese era contornato dalle ammiratrici, "giovani nonne" della buona borghesia cittadina che gli facevano mille complimenti e lui sorrideva beato inchinandosi mille volte a tutte.
Che contrasto non solo con la gioventù "particolare" che ci raccontano i giornali tutti i giorni ma anche più banalmente con la vita di mio figlio e dei suoi amici. Anche loro sono molto impegnati e rinunciano a "cose" in quanto giocando a basket hanno allenamento 4 volte a settimana e le domeniche sono sempre occupate per le partite. Ma appunto "giocano" e quindi lo fanno e si divertono.
Chissà se anche questi due ragazzi si divertono, spero proprio di sì.
Forse è giusto il verbo francese che traduce il nostro suonare = jouer !
Ho anche gustato nuovamente il nostro Teatro dell'Opera che dà l'idea di essere una piazza cittadina. E,a detta del mio compagno che ci ha suonato (naturalmente jazz tradizionale)anche chi si esibisce ha la stessa sensazione: suonare circondato dal pubblico. Certo è stato un pomeriggio positivo.

2 commenti:

Caty ha detto...

Bellissimo 1) ascoltare musica dal vivo 2) ascoltarla in un teatro 3) ascoltarla da chi ancora possiede tutti i sogni della vita!! intensi momenti che ricordano come sia bella la vita! buona giornata

Caty ha detto...

...sempre io ( come il prezzemolo ) metti sull'agenda che devi passare a prenderti un' intervista a cui per ripondere da me....