venerdì 12 dicembre 2008

Dal suggerimento di LO: NONNINE

Non ho ricordi di pranzi dai nonni, eravamo troppi in famiglia e l'usanza era di andare a prendere il caffè da loro subito dopo mangiato:abitavamo a un portone di distanza (e 4 piani su e giù) e alle "due" si andava dai nonni (paterni) e io, la più piccina di 7 nipoti all'epoca, venivo presa in braccio dalla mia nonnina, piccola e tutta bianca, che stava finendo di mangiare la mela. Lei era senza denti e masticava con le gengive, io ero con denti da latte molto fragili. Prendeva la fettina di mela con le dita della mano sinistra e con il coltello nella destra iniziava a picchiettare la mela riducendola ad una poltiglia, poi un po' la metteva in bocca a me e un po' a lei.Ero proprio piccola, 3 o 4 anni, ma ho nettissimo il ricordo del gusto e del profumo di quelle mele, oltre che del gesto e del fatto che io stavo fermissima senza allungare le mani, senza rischiare di tagliarmi. Poi arrivava il caffè e lei, dopo aver bevuto il suo, prendeva l'acqua frizzante(fatta con le DUE bustine) ne versava un po' nella sua tazzina sporca di caffè e mi faceva aggiungere duo o tre cucchiaini di zucchero, mescolavo velocemente (senza versarne nemmeno una goccia) e si formava una schiuma di un colore simile al caffè che io bevevo con molto gusto raccogliendo dal fondo della tazzina i residui zuccherini.
Ricordo che le piacevano molto i biscotti anicini toccati nel marsala, e la torta paradiso di Panarello. Leggeva il giornale tenendolo steso sul tavolo e si avvicinava fin quasi a toccarlo con il naso ed era anche un'accanita giocatrice del Lotto, qualche volta ha anche vinto, ma giocava veramente poco e così non è diventata milionaria. Aveva sempre per tutti i nipoti qualche soldino, 50 o 100 lire "per il giornalino" diceva, e quando è morta hanno trovato nel cassetto del suo comò delle buste con i nomi dei nipoti, e dentro un "pensierino" come si diceva allora. La mia nonnina si chiamava Caterina come me, ma l'ho scoperto che ero già grande perché tutti la chiamavano Angela, non so perché era usanza così.
E' stata la mia unica nonna perché l'altra era già morta quando sono nata io. Anche lei si chiamava Caterina, detta Rina, ero molto orgogliosa di portare il suo nome visto che mia mamma mia ha sempre parlato di lei come di una donna eccezionale, che anche se non aveva studiato era molto intelligente.
E poi ho avuto un'altra nonna: Nonna Elvira era la nonna del mio primo marito, di origine di Valpolicella, trasferitasi a Genova con la famiglia della figlia (la mia ex suocera), mi ha voluto bene da subito, appena sono entrata in casa come "fidanzata" del suo nipote preferito. Era il compleanno di G. 19 anni, e mi avevano messo a capotavola. Per l'occasione aveva preparato i suoi tortellini favolosi, (tre tortellini riempivano il piatto!)erano in brodo ed erano buonissimi. Mi aveva servito un piattone che non riuscivo a finire, lei non stava mai seduta a tavola con noi, con la scusa che non doveva mangiare andava avanti e indietro tra il tinellino e la cucinina, secondo me per mangiare di nascosto quello che le proibivano. Non ricordo il secondo ma per dolce aveva fatto lo zabaione più buono che io abbia mai più mangiato (altro che microonde cara LO !!) e me lo aveva servito in una tazza bellissima, solo per me. E visto che non riuscivo proprio a finire tutto quello che mi metteva nel piatto ha iniziato a dire : - ma ti te mangi proprio come un uselin !- e da allora finché ci simo viste quello era sempre il suo modo affettuoso di chiamarmi : ti te se proprio un uselin.
Anche di lei ho un bellissimo ricordo.
Grazie Lo di avermi fatto ricordare queste nonnine.

4 commenti:

Caty ha detto...

i ricordi si legano spesso ai sapori e così senza saperlo a volte amiamo certi gusti ed altre proprio no!!è bello leggere di queste nonne che ti hanno voluto bene e tenute strette al loro cuore , con la loro genuina attenzione .ma allora è da quei tempi che sogni di essere un pettirosso???P.s. mi è già arrivato il primo regalo - Dopo lunga e penosa malattia - di Andrea Vitali , ti saprò dire dopo la lettura!! E dato che imparo strada facendo ho capito solo due settimane fà che per vedere l'anteprima con la figura degli altri blog , bisogna segnare nell'impostazione anche -far vedere miniature - perchè altrimenti non viene! E' che ho sempre la testa altrove!!!ti abbraccio e ti leggo sempre con affetto

Caty2 ha detto...

Ragazza mia sei sempre una forza... , già ti chiami Caty....
Io sto rileggendo il Riccio, ho trovato un punto che ti trasciverò perchè sembra scritto proprio per te. Ma devo rileggerlo tutto prima perchè mi ha molto colpito la fine e da lì devo tornare indietro. Intanto ho iniziato anche La solitudine dei numeri primi. Ti saprò dire dopo la lettura anch'io. Un bacio e un abbraccio Caty

Lo ha detto...

che meraviglia Caty...che meraviglia...hai realizzato una delle cose più belle e uno dei miei desideri...prendere spunto per aprirsi liberi....i tuoi ricordi sono splendidi e ti ringrazio dolce uccellino! un bacio

Caty ha detto...

...eh l'eleganza del riccio è unica ..ha tante pagine che davvero mi hanno turbata e la fine è in fondo un inno alla vita , un passare a chi viene dopo i nostri ricordi..Per la solitudine volevo prenderlo perchè a leggere la trama si collega anche questo a tante cose della mia vita , ma poi ho letto commenti non proprio soddisfatti .Ora aspetto la tua recensione....bacio