lunedì 15 dicembre 2008

RICORDO DI UN REGALO da Caty


Mia cara omonima, come ti ho scritto nel commento mi hai fatto ricordare un momento importante della mia vita: pensa che il primo regalo di Natale che ho fatto al mio suonatore di tromba è stato un albero di arance preso in un vivaio vicino a casa e alto già almeno 1 metro.

Lo avevo avvolto in una carta luccicosa naturalmente e quando lui aveva capito di cosa si trattava era rimasto veramente stupito da questo mio "progetto".
Già perché ovviamente un albero, come si sa, significa futuro. In pratica io gli regalavo il mio futuro.
In un primo tempo lo abbiamo trapiantato nella casa che abbiamo nell'entroterra di Ge, Molino di Marsiglia, un borgo ormai disabitato dove si arriva senza auto, camminando lungo un sentiero in discesa e trasportando tutto con zaino, compresa la bombola del gas, il materasso per il letto, una stufa e altre suppellettili casalinghe. E ovviamente anche l'arancio, che pesava non poco.
Lo abbiamo messo in una fascia protetto dal vento e visto che ogni settimana andavamo lì siamo riusciti a farlo ambientare, ma frutti niente.
Il tempo è passato e nel frattempo è nato il pargolo che ha passato la sua prima settimana di ferie a Molini quando aveva 3 mesi e mezzo.
Noi tre da soli con ghiri, cinghiali, civette notturne e perfino un barbagianni tutto bianco che una mattina ho "risvegliato" aprendo una porta di uno sgabuzzino da sempre chiusa , lui si è alzato in volo e girando la testa mi ha guardato con aria piuttosto interrogativa.
Non chiedermi come fa un barbagianni ad avere un'aria interrogativa, non so spiegarlo ma quello non era spaventato era proprio sorpreso di vedermi.
Poi Andrea è cresciuto e abbiamo diradato le scappate a Molino e un'estate mi sono accorta che il nostro albero(che non faceva ancora frutti) soffriva la sete. Così ho deciso che bisognava riportarlo a Genova. Breve discussione sulla opportunità di fare una fatica del genere o piuttosto lasciarlo al suo destino e comperarne un altro. Discussione brevissima : ho detto non ci penso nemmeno, tu tiralo fuori da lì che a portarlo su (dalla macchina ) ci penso io!
E così fu : a scendere ci si mette circa 20 minuti, a risalire di buon passo più di 30.
L'albero aveva ancora attorno alla zolla delle radici il vecchio sacco di iuta, quindi sradicarlo risultò abbastanza semplice, lo tirammo fuori con una bella quantità di terra.
Ma imbragarlo e mettermelo sulle spalle fu già un'impresa. Tanto che LUI ad un certo punto disse - dai lascia stare, lo porto io.. ma io sono proprio una testona e a quel punto per una questione di "orgoglio femminile" ho rifiutato l'aiuto, mi sono caricata il fardello e ho iniziato ad arrancare per il sentiero.
Non so più quanto tempo ci ho messo, LUI non diceva niente, stava lì se io avessi desistito, ma non è intervenuto. E io sono riuscita a fare quello che volevo. Ora l'arancio tarocco sta qui in mezzo agli ulivi, vicino ad un kumquat, e ci regala meravigliose arance con cui LUI fa marmellata, scorzette candite e liquore Aurum.
Sono passati 21 anni, abbiamo piantato altri alberi, altri semi nell'orto, tagliato legna e fatto fuoco, cotto il pane nel forno, la farinata (appena la facciamo ti farò il servizio fotografico promesso) e la focaccia al formaggio. Abbiamo anche litigato furiosamente e fatto paci gioiose.
E tante altre cose assieme, insomma abbiamo vissuto.
E mi sembra che questo arancio rappresenti proprio bene tutto questo.
Pensa cara omonima cosa mi hai fatto uscire fuori : i tuoi semini hanno già fruttificato, per lo meno in me.

Buoni preparativi per queste feste, sono questi i momenti che mi piacciono di più!!


P.S. la foto non è del nostro arancio, ora piove e non posso andargliela a fare, ma appena possibile la sostituirò, perché è vero che un arancio è sempre un arancio, ma il mio è...... meglio!

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2 commenti:

Caty ha detto...

Ciao stella e avanti...ok son ventuno anche i miei ..di nuovo sicuro che non sei me????ma ti vedo testarda a trasportare l'albero perchè io sono uguale , son proprio così e non mi smuovono ne mari ne monti. e tutti mi guardano strano e pensano che sia " strana" , ma poi alla fine ho ragione . come tu con le tue ora profumatissime arance . E' l'amore che smuove il mondo.Grazie di questi preziosissimi fortissimi ricordi , ti abbraccio

Lo ha detto...

anch eio sono così...con uqella punta d'orgolio un pelo accesa che mi faccio 100 km a piedi piuttosto..ma che bello questo albero che parla di vita...un albero di arance per me un sogno...ma io ho un limone sai :)...l'anno scorso stava per morire ma sono riuscita a salvarla...me la immagino benissimo la faccia del barbagianni basito...in fondo che essere strano a due zampe ha visto?
un abbraccio per tutto